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Una soluzione alla controversia sulle labbra dei dinosauri?

May 23, 2016

Pubblicato da Andrea Cau

Sovente, la soluzione ad un problema – che pare essere impantanato da tempo – sta nel cambiare prospettiva dal quale affrontarlo.
La presenza o meno di labbra a copertura della dentatura dei dinosauri è un tema che interessa sia il profano (per motivi prettamente estetici) che il paleontologo (per motivi morfofunzionali, ecologici e filogenetici). In quanto fossili, spesso frammentari, i dinosauri mesozoici, in particolare i theropodi, sono avari di informazioni in merito a certe parti non-mineralizzate, come è la regione del cavo orale. La comparazione con i Reptilia viventi, e l'utilizzo dell'inferenza filogenetica per dedurre il possibile aspetto della regione orale più coerente con quello che osserviamo oggi, risultavano di ambigua interpretazione. Il motivo di tanta ambiguità sta tutto nella ampia disparità di morfologie del cavo orale che osserviamo nei taxa attuali: le tartatughe hanno un becco corneo in parte coperto da guance, i lepidosauri hanno labbra cornee, i coccodrilli hanno i denti esposti e la regione gengivale corneificata, gli uccelli hanno un becco corneo. La morfologia aviana non è omologabile a quella dei coccodrilli, e nasce il sospetto che nessuna delle due mostri la condizione ancestrale degli arcosauri dalla quale dedurre quella dei dinosauri con denti. Se l'inferenza filogenetica si impantana nella disparità rettiliana, non meno ostico diventa il tentativo di trovare una soluzione avvalendosi della morfologia comparata. Molti hanno discusso se la forma, disposizione e distribuzione dei forami vascolari e nervosi sulle superfici laterali delle ossa marginali dentigere (premascellare, mascellare e dentale) possano dare indicazioni sulla presenza o meno di labbra, becchi e guance. Tuttavia, non pareva esserci unanime consenso su come interpretare le numerose morfologie dei dinosauri, spesso prive di equivalenti moderni.
Una possibile soluzione della controversia è stata proposta recentemente all'ultimo Congresso della Società Canadese di Paleontologia dei Vertebrati. La soluzione parte da un cambio di prospettiva: invece di analizzare le ossa della bocca, Reisz e Larson (2016) suggeriscono di analizzare i denti.
Il loro ragionamento è piuttosto semplice: lo smalto dei denti, il materiale organico più duro nei vertebrati, richiede una idratazione costante. In animali acquatici o semiacquatici, l'idratazione proviene dal mezzo ambientale, ma negli animali prettamente subaerei, che vivono fuori dall'acqua, l'idratazione deve provenire dal corpo, ovvero dalle ghiandole che sboccano nella gengiva. Ovviamente, né la gengiva né le ghiandole che vi sboccano lasciano tracce fossili. Esiste nei denti una qualche “firma” mineralizzata che ci dice se il dente era idratato o no (firma che quindi può fossilizzare)? Reisz e Larson (2016) osservano che in vari gruppi di mammiferi attuali, animali tutti dotati di labbra, si sono evolute delle specie dotate di zanne esposte (ad esempio, in alcuni artiodattili come il mosco, il cui maschio presenta zanne esposte permanentemente). Queste zanne hanno una struttura istologica differente dagli altri denti coperti dalle labbra? Sezionando varie zanne di mammifero, gli autori hanno riscontrato assenza dello smalto, che è sostituito da cemento, un materiale che parrebbe quindi non richiedere idratazione continua.
Pertanto, concludono Reisz e Larson (2016), i denti ricoperti di smalto devono avere una protezione di labbra e gengive, mentre quelli ricoperti di cemento possono restare esposti. Se questo criterio era valido anche nel passato (cosa che non abbiamo motivo di dubitare), allora l'istologia dei denti può dire se il proprietario di tali denti li manteneva esposti o coperti da labbra. Siccome tutti i denti di theropodi noti hanno la superficie esterna formata dallo smalto, gli autori concludono che tutti i theropodi mesozoici con denti dovessero avere labbra, probabilmente simili a quelle degli squamati attuali.

Trattandosi di un talk ad un congresso è bene attendere la pubblicazione ufficiale per i dettagli prima di dichiarare conclusa la questione. Nondimeno, questa nuova prospettiva pare avere, finalmente, quei pregi che le ipotesi precedenti mancavano: un modello testabile sulle specie viventi, e un criterio relativamente semplice (la struttura dei denti) che permette di dedurre la presenza/assenza di labbra anche in assenza di ossa o crani completi.

Bibliografia:

Robert R. Reisz, D. Larson. 2016. Dental Anatomy And Skull Length To Tooth Size Ratios Support The Hypothesis That Theropod Dinosaurs Had Lips. IV Meeting of the Canadian Society of Vertebrate Palaeontology – abstract volume.

http://theropoda.blogspot.ru/2016/05/una-soluzione-alla-controversia-sulle.html


 



 
             
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